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Prevenire e contrastare il bullismo

 
 
 

Bullismo e Cyberbullismo

Per parlare di bullismo è necessario partire da una specifica: nel trattare della gestione di questo fenomeno non è più possibile parlare di “emergenza” ma è necessario utilizzare il termine “urgenza”. Attenzione: non bisogna pensare che si tratti di una mera specifica linguistica, ma si tratta di un vero e proprio cambiamento di paradigma nell’osservazione del fenomeno. In ambito clinico, il concetto di emergenza caratterizza quelle situazioni per le quali sono necessari interventi immediati per la sopravvivenza dell’individuo. Diversamente, quando occorre un intervento pronto, ma non necessariamente immediato e dilazionabile nel tempo si parla di urgenza, termine che caratterizza una condizione che, in assenza di intervento adeguato, può diventare critica. Ulteriore differenza, l’emergenza è un qualcosa di imprevisto, che emerge improvvisamente, mentre l’urgenza è, almeno in parte, prevedibile. Trasferendo queste distinzioni in ambito di prevenzione e promozione della salute, possiamo a buon titolo collocare il fenomeno del bullismo nell’ambito delle urgenze. In particolare è da notare come i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, per loro natura reiterati, difficilmente possono essere considerati episodi repentini e imprevedibili.

Premesso ciò, si definisce bullismo un comportamento aggressivo intenzionale, basato su un disequilibrio di potere tra bulli e vittime, che spesso avviene alla presenza di altri compagni, caratterizzato da una persistente durata temporale. Sono da considerarsi tipologie persecutorie qualificate come bullismo la violenza fisica, psicologica o l’intimidazione del gruppo, specie se reiterata, l’intenzione di nuocere e l’isolamento della vittima. Numerosi studi, hanno identificato diverse forme di bullismo, più o meno esplicite e osservabili, a seconda della tipologia di azioni che vengono messe in atto:

• Bullismo diretto: comportamenti che utilizzano la forza fisica per nuocere all’altro. In questa categoria sono presenti comportamenti come picchiare, spingere, fare cadere, ecc.

• Bullismo verbale: comportamenti che utilizzano la parola per arrecare danno alla vittima. A esempio, le offese e le prese in giro insistenti e reiterate

• Bullismo indiretto: comportamenti non direttamente rivolti alla vittima ma che la danneggiano nell’ambito della relazione con gli altri. Sono comportamenti spesso poco visibili che portano all’esclusione e all’isolamento della vittima attraverso la diffusione di pettegolezzi e dicerie, l’ostracismo e il rifiuto di esaudire le sue richieste.

Tra le forme di bullismo indiretto, visti anche i cambiamenti sociali e nell’utilizzo delle nuove tecnologie, sempre più diffuse tra ragazzi, rientra il fenomeno del cyberbullismo, definitivo, secondo le indicazioni della Legge 71/2017 come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo” (Art. 1, comma 2).

Rientrano nel Cyberbullismo:

• Esclusione: estromissione intenzionale dall’attività online.

• Flaming: Litigi online nei quali si fa uso di un linguaggio violento e volgare.

• Harassment: molestie attuate attraverso l’invio ripetuto di linguaggi offensivi.

• Cyberstalking: invio ripetuto di messaggi che includono esplicite minacce fisiche, al punto che la vittima arriva a temere per la propria incolumità.

• Denigrazione: pubblicazione all’interno di comunità virtuali, quali newsgroup, blog, forum di discussione, messaggistica immediata, siti internet di pettegolezzi e commenti crudeli, calunniosi e denigratori.

• Outing estorto: registrazione delle confidenze – raccolte all’interno di un ambiente privato – creando un clima di fiducia e poi inserite integralmente in un blog pubblico.

• Impersonificazione: insinuazione all’interno dell’account di un’altra persona con l’obiettivo di inviare dal medesimo messaggi ingiuriosi che screditino la vittima.

• Sexting: invio di messaggi via smartphone ed Internet, corredati da immagini a sfondo sessuale.

Un episodio di bullismo o cyberbullismo può essere classificato secondo tre livelli di intensità:

EPISODI AD ALTA INTENSITÀ: Azioni ripetute e conclamate che hanno una grave ripercussione fisica e/o psicologica tra cui: sexting, cyberstalking, furto di identità. Prevedono l’intervento delle forze dell’ordine e/o denuncia/querela.

EPISODI A MEDIA INTENSITÀ: Azioni ripetute che hanno una spiacevole ripercussione fisica e/o psicologica. Prevedono l’attivazione delle forze dell’ordine per gli episodi di Cyberbullismo.

EPISODI A BASSA INTENSITÀ: Linguaggio offensivo, litigi online, esclusione da chat, molestie, “scherzi” spiacevoli, lievi prepotenze, discriminazioni, uso improprio dei dispositivi durante le ore di lezione. Non prevedono necessariamente l’attivazione delle forze dell’ordine.

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Prevenire e contrastare il bullismo


Occuparsi di bullismo è una priorità per poter realizzare l’obiettivo di star bene a scuola. Anche là dove non viene registrato, il bullismo può essere un’occasione per poter insegnare l’arte di star bene con gli altri. I programmi di di prevenzione e contrasto del bullismo possono essere rivolti alla classe, a gruppi di alunni e alla scuola intera. Inoltre possono coinvolgere alunni, insegnanti, personale non docente e genitori.

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